VARESE, 15 febbraio 2025
Il Teatro Nuovo di Varese è stato gremito da lavoratori e sindacati, che si sono riuniti per partecipare all’assemblea internazionale dei frontalieri.
Incontro che ha visto provenire voci di protesta sia dall’Italia che dalla Svizzera contro l’introduzione di una tassa sulla sanità, considerata ingiusta e illegittima. Il messaggio principale, espresso con forza dal palco, è stato chiaro: «Restiamo uniti affinché questa tassa non venga applicata».
L’assemblea è stata organizzata dalle sigle sindacali italiane ed elvetiche, e ha visto la partecipazione di diverse istituzioni e rappresentanti politici. A dare il via ai lavori, il sindaco di Varese (città come altre di ‘frontiera’ che ha visto penalizzate entrate importanti dai ristorni, costringendo a modificare probabilmente i piani futuri di investimenti per la città) Davide Galimberti, ha sottolineato «alcuni pensano che i frontalieri siano privilegiati e che bisogna togliere questi privilegi, ma non è così». Galimberti ha ricordato che Varese conta circa 3.000 frontalieri, e che è fondamentale garantire una serie di servizi per sostenere l’economia di confine. Il rischio, secondo il sindaco, è che questa riforma possa danneggiare gravemente i territori.
Il segretario generale Uil frontalieri, Raimondo Pancrazio, ha sottolineato che inventarsi una tassa sulla salute significa etichettare i frontalieri come evasori fiscali. «Restiamo uniti contro questa tassa»
alla luce dell’ampio dibattito svolto l’Assemblea chiede:
- la cancellazione della norma che prevede una nuova tassa sulla salute a carico dei ‘vecchi frontalieri’, che di fatto introduce una doppia imposizione, risulta in contrasto con l’Accordo tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera relativo all’imposizione dei lavoratori frontalieri e presenta chiari elementi di incostituzionalità. In caso contrario, le organizzazioni sindacali si impegnano unitariamente a adire alla giustizia al fine di eccepire la questione di costituzionalità;
- di portare alla discussione del ‘Tavolo interministeriale’ le altre criticità ancora aperte, a partire dall’introduzione della nuova indennità di Naspi prevista dalla legge 83/2023 e dalla modifica dell’attuale normativa sull’assegno unico e universale, che discrimina le lavoratrici e i lavoratori frontalieri e per la quale l’Italia è stata messa sotto procedura d’infrazione da parte della CE.
- di ricostituire il corretto rapporto tra l’uso delle risorse derivanti dai ristorni quale contributo dei frontalieri alla fiscalità generale, all’erogazione dei servizi e alla garanzia degli investimenti dei Comuni di frontiera e la definizione delle risorse future da investire sul territorio per progetti socioeconomici, modello che abbiamo faticosamente costruito e consolidato nella legge approvata all’unanimità del Parlamento, con il contributo determinante delle Comunità locali, oggi destrutturato da interventi del legislatore poco organici ed incomprensibili.
APPROVATO ALL’UNANIMITA’